RadiciGroup raccoglie la sfida di Mermaids con il CNR-ISMAC di Biella: impegno sul fronte della sostenibilità ambientale.

Per RadiciGroup un’ulteriore azione concreta sul fronte della Sostenibilità: il Gruppo - con i suoi fili di poliammide e poliestere - ha dato il via ad una collaborazione con il CNR-ISMAC di Biella, impegnato su MERMAIDS, tra i progetti dimostrativi approvati nell’ambito del programma LIFE+ (LIFE+13), lo strumento finanziario europeo dedicato all’ambiente.

Quello dell’impatto delle microplastiche sull’ecosistema marino è un tema complesso di cui si parla da tempo. Un argomento dai numerosi tasselli, uno dei quali chiama in causa le micro e/o nano plastiche da fibre sintetiche rilasciate dai processi di lavaggio di tessuti sintetici o misti. Un tassello (il cui peso in termini di incidenza sul problema microplastiche nel suo complesso è stato stimato essere pari a circa il 10%) che RadiciGroup sta affrontando attraverso un’importante collaborazione con la sede biellese del CNR-ISMAC, l’Istituto per lo Studio delle Macromolecole del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tra i partner di LIFE+ MERMAIDS. Un progetto dimostrativo - approvato nell’ambito del programma LIFE+ (LIFE+13), lo strumento finanziario europeo dedicato all’ambiente - mosso da uno specifico obiettivo: mitigare l’impatto, sugli ecosistemi marini europei, delle particelle di micro e/o nano plastiche provenienti dalle acque di scarico di lavaggio (ogni lavaggio di tessuti sintetici o misti rilascia frammenti di fibra di lunghezza inferiore ai 5 millimetri fino a pochi micron, frammenti che gli impianti di trattamento delle acque di scarico non sono in grado di bloccare), implementando tecnologie innovative, nuovi additivi e nuove formulazioni di detergenti per i processi di lavaggio e per i trattamenti di finissaggio tessile.
 
«Abbiamo deciso di offrire la nostra collaborazione al CNR-ISMAC di Biella, tra gli attori e partner del progetto MERMAIDS,» - commenta Filippo Servalli, Direttore Marketing di RadiciGroup - «poiché riteniamo che il fare chiarezza sull’argomento attraverso un approccio metodologico scientifico, così come il coinvolgere proattivamente l’intera filiera tessile, dal mondo industriale sino al consumatore finale, siano azioni fondamentali per affrontare un tema importante come quello dell’impatto delle microplastiche legato al lavaggio dei tessili.» 
 
I diversi studi sinora effettuati dal CNR-ISMAC, tra cui i test su campioni di maglia realizzati impiegando fili continui di poliammide e poliestere di RadiciGroup, hanno contribuito ad evidenziare una serie di fattori che influenzano il rilascio di fibre microplastiche durante i processi di lavaggio domestico o industriale dei tessili contenenti fibre sintetiche. Come recentemente documentato dal team di lavoro ISMAC impegnato sul progetto, TRA I PARAMETRI PIÙ SIGNIFICATIVI (IN TERMINI DI INFLUENZA SUL RILASCIO DI FIBRE MICROPLASTICHE) EVIDENZIATI vi sono: l’intensità dei trattamenti di manutenzione e la tipologia di detergente utilizzato, risultati essere i due fattori maggiormente correlati al rilascio di fibre microplastiche. Sono stati inoltre valutati parametri secondari, a partire dalle caratteristiche del substrato tessile, come per esempio la compattezza, la tendenza al pilling, le cuciture, sino alle caratteristiche della fibra e, attraverso la collaborazione con RadiciGroup, ai processi di trasformazione del filo continuo, voluminizzazione e tintura. 
 
I risultati ottenuti dai test effettuati sui propri fili di PA e PET, hanno permesso a RadiciGroup di evidenziare una serie di fattori, legati alle caratteristiche del filo, che possono essere considerati sin dalla fase di progettazione del tessuto per ridurre il rilascio di microplastiche.
 
«I dati sperimentali hanno mostrato, per esempio, come il filo continuo tinto in massa, sia su base PA che PET,» - commenta Daniele Dossi, Quality Manager di Noyfil SA - «presenti valori ancora più bassi, rispetto ad altre tipologie di filo, in termini di influenza sul rilascio di fibre microplastiche. Questa ed altre evidenze emerse dalla collaborazione con il CNR, ci permetteranno di aiutare i nostri clienti a scegliere, in funzione degli utilizzi finali, il prodotto più adatto a garantire da un lato le performance, dall’altro un ridotto impatto in termini di rilascio di fibre microplastiche.»
 
Maggiori dettagli sono disponibili nel COMUNICATO STAMPA